Così come tutti i rettili, anche le tartarughe d’acqua adattano il loro metabolismo alle temperature esterne e, con l’inverno, vanno incontro al letargo. Se però hai in casa un terrario popolato da tartarughe, avrai notato come queste non vadano in letargo. Perché? In che modo la natura risponde ai cambiamenti stagionali e climatici? Come aiutare le tue tartarughe domestiche ad affrontare al meglio il periodo del letargo?
Letargo delle tartarughe d’acqua: come funziona?
Vediamo cosa succede a queste splendide creature quando si trovano in natura allo stato brado. Quella del letargo è una caratteristica che accomuna tutti i rettili, anche se in modalità e tempi diversi. In linea di massima, quello che succede è che con l’abbassarsi delle temperature gli animali gradualmente rallentano il loro metabolismo, riducendo gradualmente i movimenti e il cibo ingerito. Così, a poco a poco, si preparano all’inverno, quando cadranno in un lungo sonno mettendo sostanzialmente in stand-by le loro funzioni vitali.
In natura questi processi sono regolati dalle temperature. In media, una tartaruga d’acqua avvia la fase pre-letargo quando le temperature esterne si aggirano sui 5 gradi. Il sonnellino dura sei mesi circa, dall’autunno alla primavera, e anche il risveglio e la ripresa dei parametri metabolici iniziali è lenta e graduale.
Come indurre il letargo delle tartarughe in casa
Come puoi immaginare, la situazione è molto diversa per una tartaruga d’acqua domestica. In casa non si raggiungono le temperature necessarie per stimolare il letargo dell’animale. O, in ogni caso, non è facile assicurare alla tartaruga un ambiente che mantenga temperatura, umidità e condizioni ambientali per i 3-4 mesi necessari. Far andare in letargo le tartarughe d’acqua in casa, dal proprio acqua-terrario, è un compito difficile che richiede cura e un monitoraggio costante:
- Il termostato interno del terrario dev’essere impostato sui 5 gradi e non superare mai i 10 gradi
- Il livello dell’acqua deve mantenersi costante sui 20 cm, per permettere alle tartarughe di riposare in ammollo
- La luce, abbassata gradualmente, dovrà mantenersi minima per tutto il tempo
Puoi sia ricostruire questo habitat all’interno del tuo acqua-terrario sia immergere la tartaruga in un contenitore rigido di plastica poco più grande delle sue dimensioni. In questo modo avrà garantita la giusta quantità d’acqua (che cambierai ogni mese) e sarà più facile gestirne la temperatura. Se il freddo dovesse scendere sotto i 5 gradi, puoi sempre coprire il contenitore con un foglio di polistirolo.
Se non sei sicuro di riuscire a garantire il controllo costante di questi parametri in casa, puoi semplicemente ricreare e mantenere le condizioni climatiche e ambientali estive. In questo modo, il metabolismo delle tartarughe sarà naturalmente stimolato a mantenersi attivo. A questo scopo, la temperatura del terrario dovrebbe mantenersi costante sui 28 gradi nella parte asciutta, riscaldata da una lampada UV, mentre l’acqua può oscillare dai 25 ai 28 gradi. Assicurati sempre che la vasca abbia profondità a sufficienza per permettere alle tartarughe di immergersi e – fondamentale! – evita sovraffollamenti.
Ad ogni modo, tieni sempre presente che la natura non lascia nulla al caso. Specialmente se la tua tartaruga vive all’aria aperta e si confronta con altre specie animali, tenerla lontana dal letargo per troppi anni consecutivi potrebbe indebolirla nel metabolismo. Un’assenza prolungata di questo ciclo di riposo rende inoltre l’animale più vulnerabile al freddo e anche rispetto agli altri animali del giardino.
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Tartarughe d’acqua all’aperto
Se invece le tartarughe d’acqua popolano il tuo giardino, non dovrai preoccuparti di gestire la temperatura o la luce. Assicurati, però, che l’ambiente rispecchi l’habitat ideale per il letargo. Per questo, è fondamentale la presenza in giardino di una fontana o, ancora meglio, di uno stagno, possibilmente dal fondo melmoso e profondo almeno mezzo metro. È qui che le tartarughe andranno a sdraiarsi per il loro riposino.
Alimentazione durante il letargo
Il metabolismo si regola in modo automatico e graduale. Tutto comincia nelle 2-3 settimane precedenti il letargo, durante le quali le tartarughe d’acqua svuotano l’intestino e lo stomaco e riducono le quantità di cibo ingerite. Anche per questo, non spaventarti se, al termine dell’inverno, vedrai le tue tartarughe dimagrite. Pesale prima e dopo, tenendo presente che dopo questo lungo sonnellino l’animale dovrebbe aver perso circa il 10% del suo peso. In generale, se la tua tartaruga d’acqua sta affrontando il letargo in casa, puoi pesarla ogni mese per controllare che non ci siano cali anonimi di massa.
Dopo il risveglio: come svegliare una tartaruga dal letargo?
Se la tua tartaruga d’acqua ha seguito tutto il suo naturale percorso di letargo all’aperto, saranno semplicemente le condizioni climatiche a guidarne il risveglio. Tieni presente che tutto avviene in modo lento ma progressivo. Non aspettarti che dopo 4 mesi di sonno al freddo la tartaruga riprenda immediatamente tutte le sue funzioni!
Per facilitarne il risveglio, specialmente se il letargo è stato indotto, lavora nuovamente sulle temperature. Lava la tartaruga e pesala. Dopodiché, immergila in acqua calda, tornando ai canonici 28 gradi di temperatura. Al resto ci penserà il metabolismo dell’animale che a poco a poco gli permetterà di riprendere tutte le sue funzioni vitali.
Anche la ripresa dell’alimentazione al loro risveglio segue un processo graduale. Nelle prime due settimane noterai inappetenza quando non indifferenza nei confronti del cibo. Non preoccuparti, è normale! Lascia che il loro corpo si ri-abitui naturalmente ad un’alimentazione completa. Se avrai tenuto traccia del suo peso, potrai vedere come pian piano l’animale riprenderà a nutrirsi da solo una volta che il suo metabolismo sarà pronto.
Infine, sia che l’animale abbia trascorso il suo letargo nel tuo terrario o in un contenitore sia che abbia riposato sul fondo del tuo stagno artificiale in giardino, controllane lo stato di salute. Il primo e più semplice segnale da interpretare è l’eventuale presenza di parassiti esterni che hanno aggredito il carapace della tartaruga. Se dovessi notare segnali sospetti, contatta il veterinario per verificare che il tuo anfibio domestico sia in buona salute.